2018 Destra – Sinistra: dov’è la destra? dov’è la sinistra?

2018 Destra – Sinistra: dov’è la destra? dov’è la sinistra?

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occorrono schieramenti chiari e coerenti ai programmi ed alle idee professate, necessarie premesse per tornare alla Sovranità politica ed economica

 

Sono passati 24 anni dalla pubblicazione nel 1994 dell’album di Giorgio Gaber “E pensare che c’era il pensiero” che conteneva il pezzo “Destra – Sinistra”, la canzone voleva mettere in risalto le presunte differenze politiche tra destra e sinistra, delle quali è una ironica critica. Tutta la canzone insiste su pacifici luoghi comuni e non sulle differenze di tipo ideale, è lo stesso Gaber a ricordare che, le differenze fra destra e sinistra fossero impercettibili, che chi si definisce di una fazione rispetto ad un’altra, lo fa per mera «ideologia», e/o per «passione ed ossessione» di una diversità che «al momento dove è andata non si sa».

Analisi fine di un grande artista, che si ritiene lo stesso avrebbe “aggiornato”, il mondo è cambiato (sul tema peggiorato) e certamente Giorgio Gaber avrebbe magistralmente interpretato tale mutamento.

Venendo all’oggi ed alla conclusione della diciassettesima legislatura, connotata da “cambi di casacca” di politici eletti a destra e passati a sinistra e viceversa, sembrerebbe confermarsi l’inutile esistenza di tali schieramenti, ridotti a rappresentare contenitori di gruppi di interesse fra i più disparati e in alcuni casi convergenti politicamente anche se divergenti nelle idee in campagna elettorale sostenute.

Una legislatura che sui temi etici e sui c.d. diritti civili, ha plasticamente disegnato consensi e/o opposizioni, trasversali fra centro destra e centro sinistra, ove il progettato mutamento antropologico della società italiana è stato compiuto solo parzialmente, rispetto agli intenti dei fronti parlamentari più progressisti, che hanno spesso avuto, una facile “sponda” da parlamentari del fronte opposto delle due camere, le quali hanno sempre garantito maggioranze trasversali per l’approvazione dei suddetti provvedimenti.

Ha allora ancor senso parlare di destra e sinistra, ormai evolute in centro – destra e centro – sinistra?

Scottanti e divisivi argomenti si profilano per la prossima diciottesima legislatura, ma viene da chiedersi che significato abbia riportarsi ancora ai settecenteschi schemi di posizionamento in aula, divisi fra destra – sinistra; in partiti legati a ideologie ottocentesche di destra o di sinistra ed alle dialettiche degli scontri ideologici del novecento fra destra o sinistra?

Se non quello di prorogare il dannoso protrarsi del potere di classi dirigenti di “sinistra – centro- destra”, che hanno a cuore interessi di parte e non il bene comune ed il servizio per il popolo.

Alcuni acuti autori hanno ben descritto queste inesistenti differenze, segnalando ad esempio come fra nazionalsocialismo e comunismo la differenza fosse solo quella della sostituzione del c.d. dominio della “classe operaia” con quello della “razza ariana”.

Occorre allora oggi, per poter ripartire domani, contribuire al riposizionamento degli schieramenti politici – partitici, ripartendo dai principi, dai contenuti, dalle diverse visioni del mondo, fare chiarezza fra i fronti, da un lato allora avremo:

– chi ritiene corretto costruire una società a misura d’uomo e secondo il disegno di Dio;

– chi vuole tutelare la vita dal momento della fecondazione alla morte naturale;

– chi pone a fondamento dell’economia e della finanza il bene dell’uomo e non il profitto;

– chi vuole la sovranità dei popoli e della politica nei confronti dei poteri tecno-finanziari e delle reti di potere mediatico;

– chi crede in una famiglia naturale fra un uomo e una donna;

– chi pensa che le leggi debbano discendere dal diritto naturale;

– chi ritene che lo stato non debba essere totalitario, ma rispettoso del principio di sussidiarietà;

– chi sostiene una libertà di educazione che parta dalla famiglia e dalle tradizioni;

– chi non favorisce lo sfruttamento delle risorse del pianeta a favore di pochi, devastando popoli ed interi territori ed inducendo milioni di persone a lasciare la propria patria.

Dall’altra parte della barricata si troverà chi nega tali posizioni.

Per questo sarà più che mai necessario organizzare una base sociale vigile e un elettorato selettivo, un nuovo movimento politico popolare e sovranista, che facciano sentire la loro voce fin dai primi scampoli della campagna elettorale di questo 2018.

Farsi confondere, non fare chiarezza, farsi guidare ciechi da ciechi, non porterà se non a ulteriori limitazioni della libertà e al crescere di una nuova civiltà, occorre allora aprire gli occhi e vedere come una moderna barbarie incomba con nuovi e velati padroni, occorre riprendere a pensare spegnere i “social” e cercare di interpretare e comprendere la realtà, partecipare attivamente alla vita pubblica, alla politica e sopra tutto riscoprire nella vita personale e sociale la presenza di Dio.

Benedetto Tusa