Tamburi Lontani – Rassegna stampa non conforme Settembre 2013

LIBERTA’ DI PENSIERO: ULTIMA FERMATA

<<Alle otto di sera nell’aula di Montecitorio i deputati del Movimento 5 stelle si baciano: maschi con maschi, femmine con femmine. E’ l’ultimo atto di protesta di una giornata parlamentare interamente dedicata all’omofobia: la legge ieri è passata alla Camera, alla fine. E dice che adesso anche l’omofobia sarà punita dalla legge Mancino come già succede per razzismo, xenofobia, antisemitismo.>> questo ci racconta Alessandra Arachi  sul Corriere di venerdì 20 settembre. Ma alla fine in cosa consisterebbe l’omofobia punibile con questa legge: forse possiamo capirlo meglio dal senso dell’emendamento (approvato), proposto dal deputato Gitti di Scelta civica. Sempre dal Corriere apprendiamo che:  <<E’ un emendamento che esenta dall’azione antidiscriminatoria della legge Mancino le organizzazioni politiche, sindacali, culturali, sanitarie, di istruzione e religiose.>> ed il relatore della legge Scalfarotto precisa che l’emendamento in questione: << […] “serve soltanto  a tutelare chi la pensa diversamente, come ad esempio chi è contrario ai matrimoni gay.”>>. Tutto bene, rimane da capire come mai in questo “libero e democratico” Paese questa tutela venga riservata a organizzazioni politiche sindacali…, ma non riguardi ogni cittadino italiano.  Piccola  nota, la protesta a suon di baci dei grillini, giusto per evitare equivoci, era indirizzata contro l’emendamento citato: troppa libertà di pensiero (ancorchè limitata nella realtà), secondo loro. Grazie Grillo!

 

LA RIVOLTA DELLA NATURA (UMANA)

Da SETTE (Corriere della Sera): <<[…] la Francia deve ora affrontare un’altra materia molto spinosa, quella dell’adozione da parte di coppie omosessuali. Il dibattito entra subito nel vivo con il caso di una coppia di lesbiche alle quali tribunale di Nantes ha imposto di riconoscere al padre biologico (sic) del loro (sic)  bambino il diritto di far visita e di tenere con sé il piccolo per alcuni periodi. Il bambino nato un paio di anni fa a Orlèans, era stato concepito senza che il padre e la madre biologoci (scusate esistono altri genitori possibili oltre quelli “bilogoci” che portino alla nascita di un figlio?) avessero una relazione sessuale; il padre era il miglior amico della coppia di lesbiche e si era prestato a essere il donatore di sperma  ( scusate ancora: dopo la donna oggetto, siamo al donatore, maschio; è proprio vero che il progresso avanza a grandi passi) che le due donne cercavano per poter avere un figlio e coronare così il loro desiderio di famiglia ( incredibile : due donne da sole non si riproducono, chissà se dopo l’entrata in vigore della legge sull’omofobia sarà ancora possibile affermare questa banale verità?). Qualche mese dopo la nascita del piccolo, però il padre ( non genitore uno oppure genitore due) ha deciso di riconoscere il bambino e ha avviato le pratiche necessarie e la conseguente domanda di veder riconosciuti i suoi diritti.>> Questa, escluse ovviamente le note tra parentesi, è la notizia presentata da Sette a firma Donatella Bogo, e non pare necessario alcun ulteriore commento. Rimane, per dovere di cronaca, da riportare quanto dichiarato dalla madre (se genitore uno oppure due non ci è dato sapere): <<[…] la madre ha obiettato che la famiglia del piccolo è composta da lei e dalla sua compagna, che fin dall’inizio il progetto era che la sua compagna ( anche per lei non sappiamo se si tratti di genitore uno oppure due) avrebbe adottato il bambino, che il padre non avrebbe avuto un ruolo. “La vita di mio figlio viene sconvolta e nessuno se ne preoccupa.>>. Invece, pare fosse convinta, che farlo nascere “orfano” di padre fosse una grande idea.

 

PREPARIAMOCI ALL’ESPLOSIONE DELLA PROSSIMA BOLLA FINANZIARIA

Sacrifici,sacrifici,sacrifici, da Monti a… Letta, non abbiamo sentito altro da tempo. Dobbiamo redimerci dai nostri peccati di spreconi e dissipatori. Seguendo questa linea nessun sacrificio ci è risparmiato. Ma qualche dubbio, sulla utilità di tali sacrifici, emerge leggendo una interessante intervista, apparsa sul Corriere Economia, alla signora Sheila Bair, presidente dal 2006 al 2011 della Fdic, l’ente Usa che garantisce i depositi bancari. Ecco alcune delle domande poste all’ex presidente da Maria Teresa Cometto: << Che cosa è cambiato? “Poco […]molte delle nuove regole previste dalla legge Dodd-Frank del 2010 devono ancora essere scritte o approvate.” La salute del sistema finanziario Usa non è migliorata? “In parte[…]ma resta da definire il nuovo leverage ratio, cioè il rapporto trail totale delle attività rispetto al capitale azionario di una banca. Il capitale deve essere abbastanza alto perché gli azionisti possano assorbire le perdite in caso di crsi invece di scaricarle sulle casse pubbliche come è successo nel 2008.” Ci sono ancora quindi banche troppo grandi per fallire? “Si, con il rischio che paghino ancora i risparmiatori.[…]” E i derivati ovvero le “armi di distruzione di massa” della finanza? “Alcuni come quelli standardizzati sui tassi di interesse , ora sono trattati in modo centralizzato nelle casse di compensazione e garanzia, ma altri , seondo me i più pericolosi come i gredit default swaps sono ancora del tutto non regolati.” Al centro nella crisi del 2008 c’erano i mutui subprime e i titoli tossici basati su quei mutui: sono ancora una  mina vagante? “Il nuovo Ufficio di protezione del consumatore finanziario ha migliorato gli standard dei contratti di mutuo[…] Ma non è passata finora la proposta di imporre a chi impacchetta i titoli basati sui debiti di tenersi in portafoglio almeno il 5% di quei titoli e quindi dei rischi.[…]” Di chi è la colpa dello stallo delle riforme negli Usa? “Wall Street e le lobby dell’industria finanziaria non hanno perso potere con Obama. Mi pacerebbe vedere il presidente chiamare i leader di tutte le autority e chiedere che finiscano il loro lavoro sulle regole previste dalla legge Dodd-Frank. Ma purtroppo non succede.”>>. Come dire una pietra tombale sull’utilità dei sacrifici (tasse,tasse,tasse) che ogni giorno ci vengono imposti.

Osceola*

(Nel 1828 il generale Andrew Jackson, democratico, fu eletto alla Presidenza degli Stati Uniti. […] nel 1829 egli varò la legge Removal Act, che stabiliva che tutti i nativi appartenenti alle cinque nazioni da più tempo in contatto con i bianchi e pertanto dette civilizzate […] dovessero essere allontanate dai territori dell’Est e risistemate nel lontano Ovest […] i Seminole resistettero con le armi. Guidati dal loro capo Osceola, in  Florida, essi condussero per anni un’abile e fortunata guerra che consentì loro di resistere fino al 1842 e guadagnò al loro capo il titolo di <Volpe delle Paludi>.[…] Solo quando Osceola fu catturato mediante un ignobile inganno e imprigionato a Fort  Moultrie i Seminole cessarono la resistenza e si trasferirono all’Ovest.)

RAIMONDO LURAGHI, Sul sentiero della guerra