Fra Elia, ma perché ci parli sempre di San Benedetto ?
Cercherò di rispondere in modo sintetico, se ci riesco. Benedetto è un esempio di rara luminosità in un tempo oscuro, così luminoso che lo sua luce si irradia sino ai nostri giorni.
Oggi parliamo di epoca traumatica, ferita, difficile, proviamo però ad immaginare quale fosse il clima nei tempi di un impero romano preda delle invasioni dei barbari. Tutte le istituzioni erano distrutte o messe in ombra ( leggete l’agile romanzo di Louis De Wohl, La città di Dio, su tale periodo, ed. BUR): una situazione peggiore della nostra credetemi !
In quei tempi San Benedetto ha posto il seme dell’Europa cristiana, aggregando uomini che decisero di vivere insieme nella sequela di Cristo, attraverso la preghiera e il lavoro, nel rinnegamento di se stessi per un bene comune e superiore. Chi seguì le proprie ambizioni, paure, non ha lasciato tracce, coloro che seguirono Benedetto posero le fondamenta della nostra civiltà cristiana.
Ricordiamo che San Benedetto non partì per costruire una società migliore, più giusta, più libera, visse semplicemente e seriamente i suoi ideali cristiani e di fatto lo fece, e non per sé ma coloro che vennero dopo.
Seppe vivere per il domani, avendo riguardo per il Suo presente.
Chi avrebbe dato credito ad un futuro, scommesso ad un uomo che si ritira sulle montagne ? Chi avrebbe pensato che da lì sarebbe partita la fondazione dell’Europa cristiana ?
Emulo dei primi dodici San Benedetto ci ricorda che il fuoco dello Spirito Santo illumina il mondo e fa di ognuno di noi il potenziale portatore di una novità più forte della morte, dunque al bando i tristi fatalismi e impegnamo vigore nell’imitare Cristo e i suoi Santi.
Fra Elia