RECENSIONI
L’ESTATE DEGLI INGANNI – Adelchi Battista, Guanda Editore, pagg. 430, Euro 19,00
Lo scorso anno è apparso per Rizzoli il suo “Io sono la guerra”, cronaca romanzata di quanto accadde tra il 26 giugno e il 25 luglio 1943, con il quale l’Autore ha vinto il premio Hemingway 2012 per la narrativa. Si trattava del racconto di quanto è accaduto in quel lasso di tempo in gran parte dei Paesi belligeranti, ma soprattutto in un’Italia dove il Regime stava implodendo, minato dal disfattismo della popolazione, di vasti strati delle Forze Armate e dalle congiure ordite sia dalla Real Casa che da non pochi gerarchi dissidenti.
Questo nuovo libro rappresenta la prosecuzione del racconto, ed è tutto imperniato sui “quarantacinque giorni” che precedettero l’ 8 settembre.
In pratica, Adelchi Battista ripercorre sia le tappe della prigionia di Mussolini, che la lunga e caotica trattativa con gli anglo-americani per arrivare all’armistizio di Cassibile.
Il romanzo si snoda su una solidissima base storica, la cui consistenza si intuisce sia nei dettagli della narrazione, sia in quelli di molti dialoghi, ricostruiti in base a quanto descritto negli innumerevoli libri autobiografici, così come nella memorialistica “spicciola”, apparsa soprattutto nell’immediato dopoguerra e fiorita fino a metà anni Cinquanta, quando non c’era settimanale, o periodico, che non ospitasse le memorie di un qualche protagonista di quelle vicende.
Pur volendo essere un romanzo, il libro riesce a fornire al lettore un quadro decisamente attendibile dei fatti, con il pregio di un periodare scorrevole ed efficace.
Ecco, dunque, che molti eventi vengono presentati nella loro versione più attuale, e cito ad esempio il ruolo di Skorzeny, molto enfatizzato nel passato, che diventa secondario rispetto a quello del generale Student nella liberazione di Mussolini al Gran Sasso. Infatti, se è indiscusso che Skorzeny venne incaricato da Hitler di liberare il Duce, è fuor di dubbio che l’ideatore dell’operazione fu Student, comandante anche dei paracadutisti oltre che dell’ aviazione, che fornì anche il supporto logistico indispensabile per un’operazione così ardita.
Dalla narrazione emergono altresì le meschinerie di un Badoglio interessato solo a mantenere il proprio potere e a incamerare quattrini, non disdegnando di mettere in cattiva luce ogni altro alto ufficiale per garantirsi la fiducia di un Vittorio Emanuele III succube degli eventi, e radicato nelle proprie convinzioni. D’altro canto, l’agire di Badoglio è stato più volte aspramente criticato nei propri scritti dallo stesso Dino Grandi, che mise a punto il piano esitato nella firma dell’ ordine del giorno della notte del 25 luglio.
Leggendo quanto narra Battista, ce n’è anche per gli anglo-americani, che, pur diffidando di tutti gli inviati italiani non potevano non trattare con essi, e lo facevano in modo disordinato e non di rado contraddittorio, soprattutto a causa delle rivalità tra i varii comandanti (Maxwell Taylor, Eisenhower, Montgomery).
Insomma, che in quei giorni sia accaduto un po’ di tutto, e che ovunque regnassero il caos e l’incertezza è un fatto noto, e ampiamente documentato, così come è evidente come gli unici ad aver ben chiara la situazione fossero i Tedeschi, che si prepararono già dal 26 luglio sia ad affrontare sul continente gli invasori, sia a fronteggiare il tradimento, che presentivano chiaramente come ormai imminente, degli Italiani, che.
E tutto ciò è ben descritto nel libro.
Il solo neo che ho trovato, ma ammetto di scrivere da posizioni preconcette, è lo scarso rilievo dato all’assassinio di Ettore Muti. Questo episodio, che nel testo appare quasi marginale, a mio avviso rappresenta cronologicamente il vero inizio della guerra civile, non solamente per la vigliaccheria con cui fu consumato, ma perché fece comprendere a quanti erano rimasti fedeli al Fascismo che il governo Badoglio non avrebbe avuto né scrupoli né pietà verso gli oppositori.
Adelchi Battista ci ha, ancora una volta, regalato un bel libro, scorrevole, frutto di una ricerca ampia e rigorosa, che merita senza dubbio attenzione.
Marzio Mezzetti