I FINANZIATORI DEI FONDAMENTALISTI ISLAMICI INVESTONO IN ITALIA E COMPRANO A MILANO.

I FINANZIATORI DEI FONDAMENTALISTI ISLAMICI INVESTONO IN ITALIA E COMPRANO A MILANO.

 

E’ ormai tristemente noto il rapporto che lega lo stato del Qatar ai Fratelli Musulmani (organizzazione dichiarata fuorilegge, in quanto considerata un’organizzazione terroristica, da parte dei governi di alcuni paesi orientali: Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan), che intrattiene noti rapporti con il Califfato islamico.

Ma è meno noto (tristemente) che il Qatar sta comprando pezzo per pezzo la nostra Italia e la nostra Milano con la connivenza della politica locale e nazionale.

Qualche mese fa, nell’incontro promosso dalla Lista Civica Gente di Milano e il Circolo La Rocca, presso l’associazione Tradizione Famiglia e Proprietà, era stato ampiamente discusso e trattato di come il braccio economico dell’islam sta comprando pezzi interi di suolo Europeo.

In questa sede si vuole approfondire solo l’aspetto legato al nostro bel Paese e la nostra Milano, partendo dall’incontro avvenuto nell’aprile del 2012 tra l’allora Presidente del Consiglio Mario Monti (a capo di uno dei governi più conniventi con l’alta finanza, con i c.d. “poteri forti”, con la Commissione Trilaterale, con i “cattolici adulti” e, per i più maliziosi, con la massoneria) e l’emiro Al Thani monarca dello stato del Qatar.

Il prof. Monti dichiarava: “l’incontro è stato l’occasione per consolidare il rapporto strategico tra i nostri due Paesi, corroborare l’amicizia ed estendere l’ambito di questa amicizia nel breve e medio periodo”. Il Professore ricordava che il Qatar è “tra i Paesi più dinamici e ricchi del Golfo”, e che ha un ruolo “molto attivo nel mondo arabo”, in particolare negli scenari interessati dalle Primavere arabe.

Primavere arabe che, senza entrare nel dettaglio, hanno poi aiutato l’espandersi del Califfato Islamico.

L’emiro Al Thani rispondeva al nostro Presidente del Consiglio con una frase profetica: “Investiremo ancora in Italia”.

E, purtroppo per noi, fu di parola!

Nel Luglio del 2012 veniva acquistata la Valentino Fashion Group (che comprende il marchio omonimo e la licenza per il marchio M Missoni) dalla Mayhoola for Investment, società del Qatar riconducibile allo sceicco Hamad bin Kahlifa al Thanila.

I dettagli dell’operazione, come vedremo per molte altre, restavano segreti, ma sappiamo l’importo sborsato oltre 700 milioni di euro.

Sempre nel 2012 la Smeralda Holding di proprietà del il miliardario statunitense Tom Barrack che possedeva quattro tra i più famosi alberghi a cinque stelle del mondo: Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo Hotel, oltre alla Marin, al Cantiere di Porto Cervo e il Pevero Golf Club, annoverato tra i 100 più importanti campi da golf al mondo, passava alla Qatar Holding Investments, per una cifra vicina ai 600 milioni, in aggiunta a un terreno di 2.400 ettari.

Nel 2013  l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al-Thani acquistava Palazzo della Gherardesca a Firenze, capolavoro dell’architettura rinascimentale circondato da un parco storico di 4,5 ettari, che dal 2008 ospita l’hotel Four Seasons, passando sotto i vessilli arabi anche i 200 dipendenti del prestigioso hotel, considerato uno dei più belli al mondo, per una cifra di circa 150 milioni di euro.

Nel 2014 il Gruppo Cremonini si allea con il Fondo strategico italiano e il fondo sovrano del Qatar che attraverso la loro joint venture, IQ Made in Italy investment company, entravano nel capitale di Inalca, la società del gruppo emiliano attiva nella produzione di carne bovina e nella distribuzione alimentare all’estero. L’investimento era pari a 165 milioni.

Pochi giorni fa, nel settembre del 2015,  il gruppo internazionale di hotel del Qatar, Katara Hospitality, annunciava l’acquisizione dello storico Westin Excelsior di Roma da Starwood hotels per 222 milioni di euro.

MA VENIAMO ALLA NOSTRA MILANO

Alla nostra Milano dove ai soldi della borghesia meneghina, degli imprenditori nostrani, degli amici artigiani, si sono sostituiti i petroldollari degli emiri del Qatar.

Nel 2011 le chiavi dell’albergo Gallia (l’hotel di fronte alla Stazione Centrale) venivano consegnate alla Katara Hospitality, società posseduta al 100% dalla famiglia reale di Doha, gli Al Thani, che acquistavano il complesso aggiungendolo alla loro collezione di pentastellati alberghi di lusso in tutta Europa.

Nel Luglio 2014 gli uffici in via S. Margherita della CREDIT SUISSE venivano venduti agli emiri del Qatar, con la mediazione della Hines sgr, per cifra di poco superiore a 100 milioni di euro.

Nel Maggio 2013 la Qatar Holding entra nel progetto di sviluppo immobiliare Porta Nuova, uno dei progetti di riqualificazione urbana più prestigiosi in Europa, con una quota del 40%. Lo comunicavano il fondo sovrano del Qatar e la Hines Sgr in una nota congiunta che annuncia la nascita di una «partnership strategica» in un progetto dal valore di mercato «superiore ai due miliardi di euro.

Porta Nuova, come tutti i milanesi sanno bene, è il quartiere di recente costruzione che comprende l’Unicredit con la Tower (che supera la Madonnina del Duomo) disegnata da César Pelli, il Diamante di Lee Polisano, con la punta che di notte cambia colore, il Bosco verticale progettato da Stefano Boeri e piazza Gae Aulenti.

In tutto, 25 palazzi e 8 grattacieli con un valore complessivo di mercato di oltre 2 miliardi di euro.

Tra le società che hanno già scelto questo nuovo quartiere commerciale come sede ci sono: Nike, Google (palazzo Ziggurat di William McDonough) e alcune tra le migliori griffe della moda.

Nel 2015 tutto questo quartiere finanziario e pulsante della nostra Milano, è diventato proprietà al 100 per 100 del fondo sovrano del Qatar e così commentava Manfredi Catella, a capo di Hines Sgr: “Una delle transazioni più importanti degli ultimi tempi”.

Si, ultimi tempi ….

A questi signori del Qatar, che ufficialmente sostengono la Fratellanza Musulmana (una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam che – da un rapporto congiunto delle intelligence israeliana e giordana, consegnato ai rispettivi ministeri della difesa e degli interni – è direttamente connessa all’ISIS), Milano ha venduto il cuore commerciale, un pezzo del suo skyline, nella zona strategica di una delle città più importanti d’Italia.

Lo Stato del Qatar, inoltre, come si può facilmente verificare nei reportage di giornalisti di guerra, produce la pillola Captagon, anfetamina usata ed abusata durante le manifestazioni delle “Primavere arabe” e dai miliziani del Califfato Islamico.

Si sa: banche, società e gruppi finanziari nell’economia globalizzata tendono al loro profitto, ma pure i politici dovrebbero tendere al profitto della polis, che è quello di vigilare che lo sviluppo avvenga nella legalità, nella sicurezza – presente e futura – dei cittadini, avendo lungimiranza politica e non estemporaneità d’azione, tutelando e prediligendo, possibilmente, gli imprenditori nostrani.

Condannare le atrocità dello Stato Islamico e poi tacere sulle sue fonti di finanziamento è da utili idioti.

Urlare alla pancia delle persone, invocare la chiusura delle frontiere e poi tacere sul fatto che “Loro” sono già qui e hanno comprato un pezzo del nostro territorio non è corretto, è connivenza.

Essere benpensanti intellettualoidi, con riflessioni sui massimi sistemi, e non vedere la realtà concreta che ci circonda è da aspiranti suicidi.

La presenza delle comunità islamiche in Italia è un dato di fatto e dobbiamo farne i conti (essere realisti), ma è compito nostro ricordare che la Madonnina per decenni ha dominato Milano – dall’alto del Duomo – e non possiamo permettere di sentirci estranei nella nostra Milano e sotto minaccia.

Accogliere solo profughi Cristiani, come disposto da alcuni Stati europei è una delle soluzioni auspicabili e da mettere in campo, nel breve e medio periodo.

È necessario instaurare una seria e corretta comunicazione con interlocutori non fondamentalisti delle comunità islamiche già presenti in Italia, togliendo potere ai fondamentalisti che, attualmente presenti a Milano, vincono costantemente bandi locali per associazioni ed espandono la loro influenza (caso moschea, per esempio).

Evitiamo che i finanziatori degli islamici comprino pezzi del nostro suolo, come ormai sta accadendo in tutta Europa (in particolare, oltre Milano, Londra e Parigi), incentivando gli imprenditori locali ed Europei.

La Politica ritorni al servizio della Gente per la Gente.

Ritorniamo alla concretezza, riassumiamo il controllo del nostro territorio, evitiamo di far comandare il dio denaro.

Solo così potremo aiutare il Prossimo, senza uccidere noi stessi e i nostri figli domani.

 

Bryan Ferrentino