Quelle inspiegabili morti, quasi un’eutanasia nascosta di Massimo Introvigne
In questi ultimi giorni del 2015, intervenendo sui maggiori quotidiani nazionali, diversi sociologi si sono interrogati sulle cause di un fenomeno inquietante, invisibile a occhio nudo, ma che appare fra i più preoccupanti dell’anno trascorso. Come illustrato per primo dal demografo Gian Carlo Blangiardo, prima con un’anticipazione su Avvenire e poi con uno studio sulla newsletter specializzataNeodemos (clicca qui), in Italia nei primi otto mesi del 2015 ci sono stati 45.000 morti in più rispetto ai primi otto mesi del 2014. La proiezione sull’intero anno 2015 parla di 68.000 morti in più, un aumento dell’11,3% rispetto all’anno passato.
Non sono affatto dati normali. Come ha scritto Blangiardo, «per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918: due periodi della nostra storia segnati dalle guerre che largamente spiegano dinamiche di questo tipo». Ma nel 2015 non c’è stata nessuna guerra. Alcuni miei colleghi hanno spiegato il dato con l’invecchiamento della popolazione. Ci sono più vecchi, e i vecchi ovviamente muoiono di più. Ma questi colleghi non hanno letto attentamente lo studio di Blangiardo, dove si mostra che l’invecchiamento della popolazione è certamente una concausa del fenomeno, ma è all’opera da molti anni e non spiega il drammatico incremento di morti dal 2014 al 2015.
Dopo l’articolo di Blangiardo, nel dibattito sono intervenuti alcuni esperti di statistica medica, che hanno citato un problema non menzionato dal demografo: l’allarme, poi rivelatosi ingiustificato, nei confronti dei vaccini anti-influenzali, che ha indotto molti a non vaccinarsi, causando un aumento dei morti, specie anziani, a causa dell’influenza valutato in circa ottomila unità. Si tratta certo di un dato interessante, ma sottraendo questi ottomila morti ai 68.000 del dato totale 2015, ne rimangono sempre sessantamila.
Che cosa sta succedendo allora? Non è in corso la Prima Guerra Mondiale e neppure la Seconda, ma della «Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzi» di cui parla Papa Francesco fa parte integrante la guerra contro i vecchi. Proprio Papa Francesco ci ha offerto la chiave per capire questo fenomeno, che non è solo italiano. Il 25 luglio 2013, incontrando i giovani argentini durante la GMG di Rio, in Brasile, il Papa ha detto: «Uno potrebbe pensare che ci sia una specie di eutanasia nascosta, cioè non ci si prende cura degli anziani» e li si lascia morire. Il 22 settembre 2013, nell’incontro con il mondo del lavoro a Cagliari, ha ripetuto che, in Italia e altrove, oggi «cadono gli anziani perché in questo mondo non c’è posto per loro! Alcuni parlano di questa abitudine di “eutanasia nascosta”, di non curarli, di non averli in conto… “Sì, lasciamo perdere…”».
Il 28 febbraio 2014 il Pontefice ha detto ai membri della Pontificia Commissione per l’America Latina che «si scartano gli anziani, si tende a scartarli, e […] c’è l’eutanasia nascosta, c’è l’eutanasia nascosta! Perché le opere sociali pagano fino a un certo punto, non di più, e i poveri vecchietti, si arrangino. Ricordo di aver visitato una casa di riposo di anziani in Buenos Aires, dello Stato, dove i letti era tutti occupati, e siccome non c’erano letti mettevano dei materassi per terra, e lì stavano i vecchietti. Un Paese non può comprare un letto? Questo indica un’altra cosa, no? Sono materiali di scarto. Lenzuola sporche, con ogni tipo di sporcizia; senza tovagliolo e i poveretti mangiavano lì, si pulivano la bocca con le lenzuola… Questo l’ho visto io, non me lo ha raccontato nessuno. Sono materiali di scarto». Il 31 marzo 2014, nel dialogo con alcuni giovani del Belgio, Francesco ha ripetuto che oggi «sono cacciati via gli anziani: tanti anziani muoiono per una eutanasia nascosta, perché non si ha cura di loro e muoiono». E il 26 maggio 2014, nella conferenza stampa sul volo di ritorno dalla Terra Santa, ha ribadito che «gli anziani si scartano, anche con situazioni di eutanasia nascosta, in tanti Paesi. Cioè, le medicine si danno fino a un certo punto, e così…».
Il 15 giugno 2014, alla Comunità di Sant’Egidio, parlando proprio di statistiche e demografia, il Papa ha detto che «si scartano gli anziani, con atteggiamenti dietro ai quali c’è un’eutanasia nascosta, una forma di eutanasia. Non servono, e quello che non serve si scarta. Quello che non produce si scarta». Lo ha ripetuto il 4 settembre 2014, ai direttori di Scholas Occurrentes: «Si è imposto questo sistema di eutanasia nascosta. Ossia, le opere sociali ti coprono fin qui, poi muori pure». Il 28 settembre 2014 parlando ai diretti interessati, agli anziani, Francesco ha denunciato in Piazza San Pietro la «velenosa cultura dello scarto», con la triste «realtà dell’abbandono degli anziani: quante volte si scartano gli anziani con atteggiamenti di abbandono che sono una vera e propria eutanasia nascosta! È l’effetto di quella cultura dello scarto che fa molto male al nostro mondo». Il 15 novembre 2014 all’Associazione Medici Cattolici Italiani il Papa ha detto che anche in Italia «tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta».
Come si vede, quello dell’«eutanasia nascosta» è un tema centrale del Magistero di Papa Francesco.Come ha detto ai medici cattolici italiani, poi «anche c’è l’altra», l’eutanasia palese presentata come un «atto di dignità» e introdotta nelle leggi. «E questo – ha commentato il Pontefice – è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo». Ci pensiamo bene, perché sappiamo che anche in Italia c’è chi sta organizzando questo «peccato contro Dio Creatore» costituito dalle leggi sull’eutanasia. Sappiamo anche che, in Paesi come il Belgio, le leggi sull’eutanasia hanno fatto aumentare subito il numero dei morti. Ma in Italia queste leggi, per grazia di Dio, non ci sono ancora.
Non c’è l’eutanasia palese, ma c’è l’eutanasia nascosta. Nascosta dove? La risposta non è difficile. Nelle pieghe dei tagli alla società e all’assistenza, che il governo Renzi ha imposto «perché li vuole l’Europa» e per poter presentare a Bruxelles conti lievemente migliori di quelli dell’anno precedente: migliorati sì, ma sulla pelle degli anziani e dei malati. Ovviamente, non è solo colpa del governo Renzi. Il degrado della nostra sanità pubblica dura da decenni. Ma, con i tagli, è ulteriormente peggiorato nel 2015. Per saperlo non abbiamo bisogno delle inchieste dei giornali. Alcune aziende sanitarie pubblicano dati ufficiali. Supponiamo, per esempio, che un medico sospetti un tumore al cervello e per accertarlo disponga una tomografia computerizzata del capo. Apprendiamo dal sito della Regione Lazio che chi avesse prenotato la tomografia nel novembre 2015 avrebbe dovuto attendere 315 giorni a Latina e 329 nel distretto II di Viterbo. In molti casi, se davvero avesse sofferto di cancro al cervello, sarebbe stato convocato per la tomografia dopo essere già morto.
Ma, come ricorda Papa Francesco, il problema è anzitutto culturale. Di fronte ai tagli, si tende senza mai dirlo a concentrare quei pochi fondi che restano alla sanità e all’assistenza pubblica sui giovani, «scartando» gli anziani non più produttivi e i malati terminali. Il giovanilismo sfrenato della retorica di Renzi aggrava certamente questa situazione. Il nostro è un Paese “di” anziani: ha il più basso tasso di natalità del mondo, se si escludono gli immigrati, e i vecchi costituiscono una percentuale sempre maggiore della popolazione. Ma non è un Paese «per» gli anziani, come dovrebbe essere: sta anzi diventando un Paese «contro» gli anziani. L’Italia è la capitale mondiale dell’eutanasia nascosta. In attesa dell’eutanasia palese, il «peccato contro Dio creatore» è già all’opera tutti i giorni: nei nostri ospedali, nelle case di riposo, nelle città.