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Referendum, le ragioni del No di Azione Nazionale
Referendum, la campagna per il No di Azione Nazionale e dal Comitato il No – Sovranità popolare ha fatto tappa anche a Milano
Al rush finale anche la campagna per il “No” al quesito referendario promossa da Azione Nazionale e dal Comitato il No – Sovranità popolare. Nei giorni scorsi è stata depositata alla Corte di Cassazione una legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un’Assemblea costituente ed è iniziata la raccolta di firme. “Quasi tutte le forze di centrodestra che si sono schierate per il NO – recita una nota di Azione Nazionale – hanno dichiarato di essere favorevoli a un’Assemblea Costituente eletta proporzionalmente a cui affidare il compito di riscrivere, nel tempo massimo di due anni, un nuovo testo della seconda parte della Costituzione da sottoporre a referendum popolare”.
L’Assemblea Costituente, come previsto nella proposta di Azione Nazionale, è composta da 100 membri eletti proporzionalmente, senza emolumenti e con l’incompatibilità con qualsiasi altra carica istituzionale. “Con l’inizio di questa raccolta di firme negli ultimi giorni della campagna referendaria si è voluto dimostrare concretamente che lo schieramento del NO non è il fronte della conservazione dell’esistente, ma al contrario, soprattutto per quanto riguarda il centrodestra, è il fronte di coloro che vogliono cambiare in profondità, organicamente e nel modo più condiviso possibile la nostra Carta Costituzionale”, prosegue il comunicato di Azione Nazionale.
Anche Milano ha ospitato una tappa della campagna per il No, allo spazio Pin. A fare gli onori di casa il portavoce regionale di Azione Nazionale in Lombardia Benedetto Tusa. E’ intervenuto Roberto Respinti ricercatore in Diritto Costituzionale e esponente del Centro studi Livatino, che ha presentato gli aspetti e gli esiti giuridici della proposta referendaria. Sono poi intervenuti Marco Tizzoni consigliere della Regione Lombardia e Vice Presidente della Lista Maroni, l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini e Gianni Alemanno, promotore di Azione Nazionale
“Se è vero, infatti – si conclude la nota -, che il bicameralismo paritario ha attirato frequentemente le critiche degli studiosi per la duplicazione di identiche funzioni, nocivo soprattutto sul piano del procedimento di formazione delle leggi. Risulta evidente come il testo della riforma non incida primariamente su questo versante, poiché l’attuale art. 70 prevede, oltre alla competenza concorrente di Camera e Senato per alcune materie, altresì che ogni disegno di legge approvato dalla Camera sia trasmesso al Senato. Questo, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo, deliberando proposte di modificazione del testo. La riforma è emerso come sia rilevante soprattutto sul piano politico, poiché il Senato è integralmente estromesso dal circuito della fiducia che deve intercorrere tra il Governo e il Parlamento, ed è privato dei più significativi poteri che spettano a un organo costituzionale dello Stato”.