Costruire un nuovo ordine sociale.
Il Card. Angelo Scola e le buone ragioni per la vita comune.
“Il mondo necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati”
Benedetto XVI, Omelia al Santuario di Nostra Signora di Bonaria, Visita pastorale a Cagliari, 7 settembre 2008.
Sbaglia chi pensa che la dottrina sociale della Chiesa sia un elemento di moderazione alle negatività del liberalismo, dello statalismo o del socialismo, siamo di fronte infatti ad un punto di vista totalmente originale e che permette di giudicare la realtà, presupposto necessario per poter porre mano ad affrontare le questio relative alla costruzione della città umana.
Benedetto XVI ha scritto nell’enciclica Deus caritas est al n.28 : “ il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica” segnalando come l’attività politica dell’uomo necessiti continuamente di essere liberata dall’ideologia, che nasce da una giustificazione sociale dei peccati, che da personali diventano sociali.
Utile contributo a questa riflessione si trova nel volume del Cardinale di Milano Angelo Scola, titolato “Le buone ragioni per la vita in comune” edito dai tipi Mondadori nell’agosto del 2010, vi troviamo fra l’altro (riflessioni su religione ed economia) al capitolo IV proprio un capitolo titolato “Costruire un nuovo ordine sociale”.
La lettura del libro ed in particolare sul tema dell’impegno dei cattolici in politica appare utile in questo momento di crisi e disaffezione del popolo ai politici e di conseguenza alla politica, disaffezione possibile prodromo di sviluppi non .
Cercherò di sintetizzare il pregnante capitolo, con l’invito alla lettura ed allo studio di tutto il volume, breve ma impegnativo.
1) In parallelo al Magistero Pontificio si propone, richiama la necessità di una presenza nel sociale col ricordare : ” L’incontro con Gesù, attraverso la fede vissuta nella comunità ecclesiale, si propone all’uomo come strada e forza per questa purificazione anche sociale”…. “ in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo ( Gaudium et spes,22)”.
2) “I cristiani, in cordiale collaborazione con tutti, sono”…… “chiamati a perseguire”….. “il giusto ordine della società.”…..” non c’è epoca storica che possa esimersi dalla necessaria purificazione dall’ideologia, perché non diventi matrice di utopie, sempre violente. Il secolo XX ne ha dato abbondante conferma.
3) Forte poi l’invito a promuovere i due pilastri portanti della dottrina sociale della Chiesa: “il principio di sussidiarietà”…ed …” il servizio della carità”. Oltre all’ “irrinunciabile compito educativo “ a cui è chiamata tutta la comunità ecclesiale nel variegato dispiegarsi delle sue forme: famiglie, parrocchie, scuole, aggregazioni, centri culturali, per l’educazione al “ pensiero di Cristo”( cfr. 1 Cor. 2,16).
4) Si ricorda inoltre che : “ i cattolici non debbono rassegnarsi all’irrilevanza come cattolici. Al contrario proprio perché la rappresentanza cattolica non è più garantita da un unico partito, ai fedeli laici è richiesto di saper concorrere al bene comune rendendo così pubblicamente ragione della fecondità sociale della propria fede”….” I laici cattolici dovranno praticare il decisivo principio del distinguere nell’unito. Non dovranno perdere, nell’elaborazione e nell’attuazione dei programmi, il senso della comune appartenenza ecclesiale e mostrare la necessità dell’unità nelle questioni non negoziabili: in necessariis unitas”….” Quando non sono in gioco questioni di principio : in dubiis libertas.”…..”in ogni momento, la carità: in omnibus caritas”.
5) Da ultimo vien richiamato l’esito positivo del testimoniare in ogni ambito umano, compreso il politico ed il partitico, le proprie convinzioni, tanto che con questo fare non si lede nessuno. Al contrario si promuove e mette in moto una “ virtuosa ricerca del compromesso nobile,con il realismo di chi sa che non si dà convivenza civile senza sacrifici.”….”lo scopo dell’azione politica, soprattutto per il cristiano, non può essere la società perfetta”…..” quando sono in gioco principi irrinunciabili si dovrà”….”far ricorso all’obiezione di coscienza”.
Parole da meditare o ri-meditare e poi da mettere in opera.
Benedetto Tusa