Promemoria elettorale per cattolici in politica
Fra le forze politiche candidate a guidare la Regione Lombardia vi è una distinzione di fondo che riguarda l’attenzione ai temi della vita, della famiglia e dell’educazione, al diritto alla libertà religiosa.
Le differenze fra gli schieramenti si evidenziano in gran parte nella considerazione delle radici della crisi economica, che non sono soltanto, e neppure principalmente, economiche: sono morali.
Ogni aggravamento della crisi morale attraverso leggi contrarie che non rispettano il diritto naturale non manca di avere gravi conseguenze anche sull’economia.
Al contrario, le derive libertarie mettono a rischio il rispetto della legalità e il diritto al lavoro.
Nelle ultime legislature in Lombardia, la maggioranza di centrodestra che ha governato ha contribuito al bene comune, non soltanto ostacolando l’attacco promosso dal Partito Democratico e dai suoi alleati in materia di vita, famiglia e libertà di educazione.
Si possono ricordare, fra le altre, le iniziative concrete come il Fondo “Nasko”, appositamente creato per venire incontro alle esigenze economiche delle madri che rinunciano ad abortire, la “dote scuola” che favorisce una libera scelta per l’istruzione dei figli, i progetti attuati per la conciliazione fra famiglia e lavoro, gli ingenti stanziamenti per azioni a favore della famiglia.
In segno di continuità con tali politiche virtuose, occorre continuare :
1. a considerare l’aborto non una conquista, ma una sconfitta delle donne e a porre in essere misure efficaci che limitino il numero degli aborti, aiutino le madri in difficoltà, contrastino il ricorso alle pillole abortive e sostengano i singoli e le organizzazioni autenticamente pro life;
2. ad avversare eutanasia e suicidio assistito, ingiustizie, frutto di posizioni culturali negatrici della dignità umana, e a sostenere in materia di fine vita esclusivamente prospettive giuridiche che non contengano alcuno spunto eutanasico e che contrastino l’attivismo giudiziario favorevole all’eutanasia;
3. a non introdurre alcuna norma che liberalizzi o renda più facile il consumo di droghe, anche cosiddette «leggere»;
4. a considerare il matrimonio esclusivamente come l’unione di un uomo e di una donna, opponendosi a ogni riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, e in modo ancor più risoluto a leggi che permettano a coppie omosessuali l’adozione di bambini, nello stesso tempo impegnandosi in una reale promozione della famiglia e della maternità come motore della crescita, anche sociale ed economica, della società;
5. a contrastare leggi sulla cosiddetta omofobia che — ben al di là della lotta doverosa contro forme di violenza, di aggressione e d’ingiusta discriminazione contro le persone omosessuali — si risolvano in negazioni della libertà d’espressione e della libertà religiosa;
6. a riconoscere il principio della libertà di educazione e la funzione fondamentale, benefica e indispensabile per il Paese delle scuole cattoliche, di ogni ordine e grado, nonché le difficoltà che tali scuole oggi attraversano, impegnandosi formalmente anzitutto a non imporre nuove tasse che costringerebbero molti istituti a cessare la loro attività, quindi a realizzare effettivamente la libertà di educazione attraverso il sostegno ai genitori che scelgono la scuola cattolica o qualsiasi altra scuola non statale, in particolare con la detraibilità fiscale delle rette scolastiche e dei contributi liberamente corrisposti agli istituti scolastici, conformemente al modello di sussidiarietà fiscale.