AL PARCO CON LA FELPA PRO FAMIGLIA, NON SI PUO’ !

 

Al parco con la felpa pro famiglia e anti nozze gay. Fermato. «Tenuta contraria ai buoni costumi»

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Era con la famiglia ai giardini del Lussemburgo a Parigi. La gendarmeria lo ha portato al posto di polizia

A Parigi ci si può baciare in pubblico per strada, come nella famosa foto di Robert Doisneau, si può passeggiare in minigonna ostentando generose scollature, si possono indossare le t-shirt con sopra stampate le più aggressive strofe dei rapper americani o francesi. Ma una cosa proprio non si può fare: passeggiare con la famiglia nei giardini del Lussemburgo indossando una felpa recante il simbolo della manifestazione di protesta contro la legge che istituisce in Francia il matrimonio fra persone dello stesso sesso (ieri in Senato è cominciata la discussione). Cioè i profili stilizzati e rosa di un uomo, una donna e due bambini che si tengono tutti per mano. I gendarmi vi fermeranno e vi porteranno al posto di polizia con l’intenzione di verbalizzare l’infrazione che avete commesso: «Tenuta contraria ai buoni costumi».

È quello che è successo a Parigi il 1° aprile scorso, ma nonostante la data non è uno scherzo, stando a quel che racconta il signor Franck Talleu. Si era recato sul posto con altre famiglie per far divertire i loro bambini con un nascondino a base di uova di Pasqua. Ma prima che potessero iniziare due poliziotti si sarebbero avvicinati e avrebbero intimato all’uomo di rimuovere o coprire la sua felpa, recante uno dei simboli della Manif pour tous, perché «contraria ai buoni costumi» e perché suscettibile di creare controversie e quindi disturbare la quiete del luogo.

La manifestazione parigina contro il matrimonio gay
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Le immagini della manifestazione che si è svolta ieri a Parigi contro il matrimonio e l'adozione gay sono tratte dal sito de La Manif Pour Tous.

Alle proteste del signore i due poliziotti lo invitano a chiarirsi le idee col responsabile del presidio di polizia permanente presente in loco. Lì il capoposto dà vita a un interrogatorio della durata di un’ora che si conclude con la redazione di un verbale dove l’accusa iniziale viene trasformata in un più sostenibile illecito (in sede di processo) di «organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini di Luxembourg senza autorizzazione speciale». Seguirà un processo amministrativo e, in caso di condanna, un’ammenda di importo imprecisato da pagare. Comunque il signor Franck viene rilasciato solo dopo che ha accettato di togliersi la felpa incriminata.

Le Figaro riporta le sue dichiarazioni indignate per quella che definisce «un’enorme farsa», fonte di un «sentimento di esasperazione che cresce» di fronte all’«impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione»: «Se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?».
Franck Talleu, che è direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, non lesina sull’enfasi nel suo commento alla vicenda pubblicato su Le Figaro: «Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice».

@RodolfoCasadei

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