EXPO 2015 e il Terzo Settore Italiano
Expo rappresenta una grande opportunità di confronto su nuove politiche per la sicurezza alimentare. Detto questo, però, bisogna davvero vigilare! Per questa ragione, condivido pienamente le preoccupazioni del Forum del Terzo Settore che ha ribadito alcuni concetti vitali per il futuro dell’umanità:
1. Il problema della fame e dello spreco alimentare sono patologie di un medesimo sistema economico che non funziona. Un sistema che considera il cibo come una merce, mentre invece è un diritto essenziale per la vita delle persone. Il sistema va quindi profondamente cambiato.
2. Si sottolinea con forza che questo sistema è ingiusto e che quindi la prima questione da affrontare non è l’aumento della produzione ma una più equa distribuzione del cibo tra i paesi e al loro interno. A tal fine occorre creare nuove democrazie alimentari come proposto dall’ex rapporteur speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, Olivier De Schutter. Il concetto di sicurezza alimentare deve quindi essere ridefinito in termini di sovranità alimentare, e cioè devono essere innanzitutto le persone, le comunità locali, a decidere sulle modalità più adeguate per garantire il diritto al cibo, favorendo in particolare le capacità di resilienza delle agricolture locali.
3. Il concetto di democrazia alimentare richiede una migliore regolazione e una riduzione della concentrazione del potere di mercato che causa iniquità e che reitera il sistema consumistico e l’accaparramento delle risorse essenziali, in primis terra, acqua e sementi. Democrazia alimentare significa quindi garantire il diritto alla terra dei contadini. Le riforme fondiarie continuano ad essere politiche essenziali.
4. Il commercio di alimenti ha un ruolo da giocare laddove le agricolture locali non riescono a soddisfare i bisogni della popolazione. Il commercio dovrebbe favorire scambi locali e regionali prima che internazionali. La filiera corta dovrebbe essere favorita a quella lunga delle catene di valore internazionali. I regimi commerciali vanno quindi riformati e l’Organizzazione Mondiale per il Commercio dovrebbe anteporre il diritto al cibo a quello del libero scambio.
5. Sul commercio e sull’andamento dei prezzi gioca inoltre un ruolo sempre più importante la speculazione finanziaria attraverso i mercati borsistici e strumenti come i derivati che si scambiano anche al di fuori delle regolazioni ufficiali. Di conseguenza anche la finanza dovrebbe essere maggiormente regolata per eliminare le spinte speculative contrarie al diritto alla vita e che provocano le guerre del pane. L’imposizione di una tassa sulle transazioni finanziare ad ampio spettro, soprattutto sui derivati e strumenti speculativi affini, dovrà essere applicata in Europa, ma anche negli altri mercati internazionali, a livello globale.
6. Le analisi mostrano come l’agricoltura contadina sia oggi la principale fonte di alimentazione per le comunità locali. Il 75% della produzione alimentare per le comunità locali viene dall’agricoltura familiare. Il suo ruolo fondamentale è però minacciato dalla crescente pressione a favore dell’industrializzazione agricola, dell’accaparramento delle terre, dalla proprietà esclusiva sulle sementi che vogliono imporre le grandi multinazionali, tra cui gli OGM, dall’imposizione di catene del valore che rendono i contadini locali dipendenti da input esterni, dall’erosione dei rendimenti agricoli a causa di un cambiamento climatico la cui principale responsabilità risiede nei modelli di produzione energifori.
7. L’agricoltura familiare è importante per il suo ruolo di principale custode della biodiversità, di produzioni tipiche, essenziale per la sostenibilità del sistema agro-alimentare. Un sistema che, invece, rischia di impoverirsi con le grandi monoculture legate solo al commercio internazionale.
8. Occorre riconoscere il fondamentale ruolo della donna nell’agricoltura e nell’alimentazione. La donna è la principale protagonista della produzione contadina familiare e della cura delle persone. Il diritto al cibo, alla terra e alle sue risorse, va quindi garantito innanzitutto alle donne, che devono essere messe nelle condizioni di poter esercitare potere.
9. Il progresso scientifico e tecnologico non dovrebbe essere guidato dagli interessi di mercato ma dal principio della sovranità alimentare. La ricerca dovrebbe privilegiare la creazione di innovazioni orientate a sistemi di produzione agro-ecologici e a modelli di trasporto e distribuzione locali. L’agricoltura contadina deve essere sostenuta nella creazione di mercati rurali-urbani efficienti e nel migliorare una produttività eco sostenibile e che qui può garantire la sicurezza alimentare nel lungo periodo.
10. L’innovazione dovrebbe concentrarsi su modelli di produzione appropriabili da parte dell’agricoltura contadina per la riduzione di emissioni di carbonio in modo da diminuire l’impatto dell’agricoltura sul cambiamento climatico. Mentre dovrebbero essere rafforzate le misure di adattamento e mitigazione negli ambienti rurali.
11. Di conseguenza gli investimenti pubblici e privati dovrebbero essere rivolti a favorire l’agricoltura contadina e i sistemi agro-ecologici, imponendo nel contempo regole vincolanti, e non solo volontarie, sulla responsabilità sociale ed ambientale delle grandi imprese che continueranno a lavorare con i contadini.
12. Infine è necessaria una nuova politica alimentare mondiale capace di fermare la competizione tra stati-nazioni e loro agenzie nella corsa ad accaparrarsi risorse naturali sempre più limitate e scarse. Una competizione a danno dell’agricoltura familiare e che provoca nuovi conflitti. In particolare occorre rafforzare il ruolo e il potere del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare delle Nazioni Unite, non solo nel monitorare la effettiva attuazione delle linee guida volontarie sui regimi fondiari e sugli investimenti responsabili in agricoltura, ma anche nel promuovere la loro obbligatorietà.