Le ragioni del no al referendum costituzionale

Perchè è doveroso votare NO alla riforma costituzionale :

1) Non supera il bicameralismo, ma lo rende più confuso e mantiene o crea conflitti di competenze tra Stato e Regioni, Camera e Senato.
2) Espropria la sovranità popolare: insieme alla legge elettorale Italicum, consegna la sovranità nelle mani di una minoranza parlamentare che solo grazie a un premio troppo generoso si impossessa di tutti i poteri.
3) Non garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali: mette gli organi di garanzia, Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale, nelle mani di quella falsa maggioranza prodotta dal premio.
4) Non produce semplificazione: moltiplica fino a 10 i procedimenti legislativi e aumenta la confusione (ad esempio pensate a come è macchinosa l’elezione dei nuovi Senatori, eleggibili solo al rinnovo dei singoli consigli regionali, per cui ci vorranno anni perché il Senato rappresenti l’Italia geografica – non il popolo italiano che non potrà eleggere i Senatori ecc.)
5) Non taglia i costi della politica: viene ridotto il numero dei Senatori, ma i costi della politica aumenteranno per l’aumento dei confilitti tra Camera e Senato. Rimangono gli altri costi maggiori per i servizi, personale ausiliario e la manutenzione fabbricati del Senato (di tali altri costi occorre informare gli elettori e i giornalisti, che puntano il dito solo sui costi della politica)
6) E’ una riforma prodotta da un Parlamento eletto con legge dichiarata anticostituzionale (Porcellum).
7) E’ stata scritta sotto dettatura del Governo e non è quindi frutto di una libera scelta del Parlamento.
8) Accentra troppi poteri nelle mani di un solo partito e del suo segretario premier, con il rischio che si venga a creare un blocco affaristico-politico destinato a durare parecchio tempo.
9) Assegna a un Senato non eletto direttamente dai cittadini, e composto da politici regionali e sindaci part-time (sic!) con immunità parlamentare, il potere di revisione costituzionale, ossia la facoltà di cambiare le regole del gioco democratico.

Che i consiglieri regionali facciano i consiglieri regionali, che i sindaci facciano i sindaci! No a un Senato di consiglieri regionali/sindaci a “part time” o del “dopolavoro” , no a un Senato di “nominati dalle segreterie di partito” , no a un Senato eletto a “scaglioni” in 3/4 anni allo scadere di ogni singolo consiglio regionale, no alle “complicazioni spacciate per semplificazioni”, no allo “scippo” del Senato tradizionalmente moderato per renderlo a trazione PD-M5S per l’eternità, Sì a un Senato eletto dal popolo!