Politica, destra, futuro.
Abbiamo pubblicato il pregevole articolo di Marcello Veneziani, che come sempre lucidamente analizza le ragioni dello “scioglimento” a seguito del c.d. “scongelamento” della presenza politica della destra italiana, sparita, frantumata, divenuta da “fiamma” a lumicino”.
Concordiamo con lui che vada ripresa un’attività culturale, fondata nei valori di sempre, ma rivolta al futuro, come pure ci pare corretto riprendere un tentativo di ricostruzione unitario, lasciando nelle retrovie chi ha avuto parte dirigente in questo disastro.
Dopo la riunione della Fondazione Alleanza Nazionale, il gruppo dei c.d. “quarantenni”, la cui proposta non ha superato il vaglio della maggioranza, seppur di poco, ha proposto un movimento – contenitore, “Azione Nazionale”, che ha profili di grande interesse.
Le ragioni di questa novità nel panorama delle “mille sigle”, sono corrispondenti a quello che molti in tutta Italia e noi in Lombardia ed in particolare a Milano stanno facendo, sintetizzando stanno: “ripartendo dal basso”.
Circoli, Associazioni, Gruppi di amici, che puntano ad essere “presenti” con le proprie specifiche identità, di comunità nazionali, sociali e cristiane.
Gruppi che non prendono più direttive da “Roma” o dalla “Federazione” anche sarebbe meglio dire dai vari partitini personali, che si sono costituiti all’implodere del PDL e che verticisticamente pensano ancora di decidere e condizionare la c.d.”base”, che non rispondono più alla chiamata alle armi solo in fase elettorale ( poi, infatti, i cellulari si spengono e i programmi restano sulla carta).
Realtà politiche di amici, che scelgono i portavoce locali, i rappresentanti sovraregionali, le alleanze, ove operano e vivono, che scelgono i candidati da proporre e soprattutto riprendono a parlare di progetti e contenuti.
Crediamo che oltre alla ripresa dell’attività culturale (presentazione di libri, giornali on line, seminari di formazione) sia necessario peraltro ricordare che quello che ci ha sempre caratterizzato è approccio spirituale alla politica, intesa come servizio al bene comune, disinteressato, un approccio allegro e gioioso dove il fascino del “potere dell’anello” viene respinto con forza.
Occorre poi tenere presente il mutamento antropologico del mondo in cui viviamo, la laicizzazione, il soggettivismo filosofico, ove la verità è quella che non ha riferimento all’oggetto, ma alla propria voglia del momento e la cattiva educazione viene insegnata anche nelle famiglie ( che hanno rinunciato alla propria funzione educativa) e nelle scuole egemonizzate dal maxismo e dal genderismo.
Stiamo seguendo e frequentando alcuni giovani ed abbiamo compreso come l’impostazione didattica da “professorini” magari “so tutto io”, sia controproducente e come invece l’accoglienza leale, vera, che fa nascere amicizia, sia riconosciuta e cercata.
Cene comunitarie e incontri sui contenuti, in cui coinvolgere direttamente, col metodo “maieutico”, salite in montagna, volontariato fra i poveri o per la tutela dell’ambiente, come Papa Francesco ha invitato a fare nell’Enciclica “Laudato si”, musica, libri, un pensare in grande, in cui c’è posto per amori veri, per la propria fede e cultura, per una donna od un uomo (naturalmente del sesso opposto) e allora fra un po’ di anni riavremo una presenza connotata da politica autentica, fra la gente , per la gente.
Ai vecchi militanti come alcuni di noi l’invito di passare la fiaccola, ricordando con Giovannino Guareschi, che non moriremo neppure se ci ammazzano.
Ai giovani avanti, coraggio, i domani appartiene a noi.
Benedetto Tusa Presidente Circolo Culturale La Rocca