POVERA ITALIA : POLITICA ITALIANA, TUTTO CAMBIA PER NON CAMBIARE NULLA.
Grandi cambiamenti sugli scenari internazionali in campo politico, con nuovi protagonisti si pensi al ruolo di Putin, all’affermazione del Front National in Francia, all’offensiva sanguinosa dei fondamentalisti islamici nel mondo, all’azione profonda di Papa Francesco, al dibattito alla conferenza sul clima a Parigi, alle prossime elezioni USA, etc., in Italia di converso tutto come prima…
Di nuovi protagonisti sulla scena politica non ce ne sono, al massimo ci sono dei “giovani” quasi cinquantenni, che dopo aver fatto da “secondi” al bordo del ring, son saliti sullo stesso; la destra “diffusa” pare dissolta fra partitini e gruppuscoli oppure è attirata in modo magnetico dal “nuovo” leader della Lega Nord ( che resta il più “vecchio” partito locale della Repubblica Italiana); di serie politiche sull’immigrazione e/o integrazione non se parla e quando si parla sul tema si “strilla” per un verso o per l’altro, da destra a sinistra; sull’Enciclica “Laudato Si” il dibattito non è pure iniziato e seppur tocchi punti centrali del vivere civile, un poco perchè dice verità scomode ed un poco perchè son 200 pagine l’Enciclica si è archiviata ( senza leggerla naturalmente); sulla conferenza di Parigi la politica grida a secondo delle posizioni ideologicamente sostenute o del portafogli dei presunti elettori, il dibattito scientifico invece stenta ad emergere o a interessare; la politica Italiana, infine, è sempre più scontata e noiosa, lontana dalla gente ( che non va più a votare) e riservata a chi le segreterie dei partiti decide di far partecipare. Le tasse aumentano mentre ci raccontano che vengono diminuite, la disoccupazione e la povertà crescono, mentre ci raccontano che forse ci sarà un aumento del PIL dello 0,3- 0, 4 e forse dello 0,7? Nel frattempo la famiglia naturale fra un uomo e una donna è messa in discussione su piazze e nelle aule parlamentari, mentre sentenze anticipano decreti leggi, leggi speciali. Siamo al terzo Governo non eletto, le percentuali di gruppi o di singoli parlamentari, che cambiano schieramento sono da record mondiale e hanno snaturato il voto popolare, aggirando per motivi vari la volontà democraticamente espressa; la nascita nelle grandi città di liste civiche che nascono dal basso è soffocata da liste c.d. “civette” promosse da ex politici o da politici che fan riferimento ai partiti istituzionali; quanto all’ordine pubblico meglio lasciar perdere ormai è “opzionale”, con forze dell’ordine lasciate a sé stesse e non adeguatamente sostenute con uomini, strutture, stanziamenti e una giusta retribuzione; la scuola libera è vessata da balzelli che la stanno soffocando, nelle statali, invece, il turn over degli insegnanti e gli edifici spesso fatiscenti, oltre ai programmi da scorso millennio fanno il resto; di politiche giovanili non si parla più (altro che Ministro per la gioventù, aiuto per l’edilizia, sostegno alla maternità) nel contempo di stupefacenti non si parla se non per dire che si passerà alla liberalizzazione con la “droga di Stato”.
Forse è meglio fermarsi qui, il quadro è desolante, che fare allora? Che fare ora?
Non credere più ai politici di “professione”;
Capire che se non ci si interessa di politica, compatibilmente alle proprie possibilità, la politica si interesserà e deciderà per te;
Ricominciare una presenza dal basso, dai comuni e poi guardare alle realtà più vaste regionali;
Superare i vecchi schemi di destra e sinistra, che spesso sono vuote etichette, scegliendo il campo e gli uomini in relazione ai valori di riferimento, quali dal nostro punto di vista: la tutela della libertà religiosa, la promozione della famiglia naturale, la libertà di iniziativa e della proprietà privata, la diffusione dei principi del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà.
Nulla cambierà se non cambierà l’atteggiamento dei ognuno di noi, ed anche se non ne abbiamo più voglia e se stanchezza e sfiducia prevalgono in noi (me compreso) occorre perché qualcosa cambi, una presenza nuova di ciascuno di noi, un’azione corale e nazionale, per una nuova rinascita italiana.
Benedetto Tusa