Ennesimo atto di una forsennata campagna “a tappeto”, anche il comune di Milano elimina dai moduli di iscrizione alle scuole comunali le ormai “politicamente scorrette” parole “padre e madre” sostituite con il generico termine di “genitore”. Ma in questa gara al super politicamente corretto Milano viene superata alla grande da Venezia. Oltre la questione dei moduli di iscrizione, Camilla Seibizzi, consigliera delegata del sindaco ai diritti civili, ha avviato un progetto: <<nato per evitare all’origine una lettura della realtà attraverso stereotipi, per non confrontare in segno negativo o oppositivo le identità di ogni bambino>>. Così ci informa il Corriere del 6 febbraio, riportando le dichiarazioni della consigliera. Sempre dal Corriere riprendiamo i termini del progetto: << Il comune di Venezia ha fornito ai nidi e alle materne comunali una serie di libri illustrati per sconfiggere la paura della differenza.[…] tra i titoli “I papà bis”[…] Oppure un altro episodio, quello delle “famiglie speciali” c’è il picchio con i due papà. O ancora “E con tango siamo in tre”, ossia la storia di una coppia di pinguini maschi allo zoo che diventano due papà con l’arrivo di un nuovo deposto da un’altra coppia. […] Il Comune di Milano per il prossimo anno scolastico cambia i moduli di iscrizione alle scuole comunali, sostituendo le diciture “madre” e “padre” con quella di “genitore”>>. Curioso che il termine “stereotipato” di papà scompaia dai moduli scolastici, ma rimanga nei titoli dei libri illustrati in questione, e che il giornalista nell’articolo, utilizzi sistematicamente la “obsoleta” parola: papà. Ma l’errore che non deve essere commesso è quello di considerare tutti questi fatti, esclusivamente una forma di rivalsa di una minoranza, che uscita da uno stato di repressione ed emarginazione, cerchi una rivincità. La “questione omosessuale” è da considerarsi più come uno strumento che una causa. E’ da poco arrivato in libreria un libro di Enrica Peruccietti e Gianluca Marletta dal titolo ”Unisex, la creazione dell’uomo senza identità”, che sin dal primo capitolo segnala: <<il Mondialismo agisce preferibilmente sul piano dei “costumi”, delle “mode”[…] attraverso la creazione di un “immaginario globale” che influenzi le scelte delle masse. Uno degli scopi dell’azione mondialista, sarà quello di demolire le “vecchie” identità sociali, religiose, politiche o culturali>>. Il tutto sostenuto da una carica ideologica rivoluzionaria per la quale: <<[…] persino la visione dell’essere umano nella sua dicotomia maschio/femmina sarebbe solo un’incrostazione culturale da rigettare>>, per avvicinare sempre più il nostro mondo al “Mondo Nuovo” di A. Huxley, in cui:<<l’essere umano, privato di tutta l’eredità del passato, vive in un “governo globale”, in cui ogni aspetto della vita è omologato sin dalla nascita, la riproduzione è disgiunta dal sesso e realizzata artificialmente>>. Capitolo dopo capitolo, gli autori fornisco analisi ed informazioni a sostegno della loro tesi, e sarebbe impossibile riportare le tante notizie contenute nel libro. Per quanto riguarda il nostro Paese basti ricordare la accurata ricostruzione dello “scandalo Barilla e le citazioni dalla Proposta di Legge contro “l’omofobia: <<Nella proposta, infatti, si afferma che: “essa punisce l’istigazione a commettere una discriminazione o una violenza, non mere opinioni, quand’anche esse esprimano un pregiudizio” e tuttavia il testo specifica: “La differenza tra un mero pregiudizio e una reale discriminazione dipenderà ovviamente dalle condizioni di tempo e di luogo, nel corso delle quali si manifesterà il messaggio […]”>>. Inoltre la pena prevista consisterà anche, nella pena accessoria: <<[…] dello svolgimento dell’attività non retribuita a favore della collettività da parte del condannato. Tra i soggetti presso i quali la predetta attività può essere svolta, sono inserite le associazioni che si occupano di tutela delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali o transgender”. Di fatto, come hanno notato in molti, il testo propone quasi una sorta di “rieducazione obbligatoria” all’ideologia di genere […]>>. Deve essere assolutamente chiaro, che la questione della “discriminazione”, peraltro ormai molto limitata, e da nessuno apertamente sostenuta, in tutto il mondo occidentale, è un puro “paravento” a copertura di un progetto atto, secondo gli autori del libro a: << […] rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, per imporre una concezione della sessualità ideologica ed avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un progetto, questo, che , nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di un “uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo>>. Se vogliamo la sintesi del libro, è già presente nella prefazione dell’editore: << Dall’inizio del ‘900, si è messo in moto un potente processo industriale, rivolto a sostituire la procreazione naturale con sistemi di riproduzione artificiali realizzati in laboratorio. Sono i cosiddetti OGM, che hanno tra le loro fondamentali caratteristiche la capacità di provocare, nei nuovi organismi geneticamente modificati, la perdita della fertilità e della capacità di riprodursi. […] La caratteristica dell’agricoltura basata sugli OGM è infatti quella di impedire all’agricoltore di produrre da sé i semi necessari al suo lavoro e di farlo diventare dipendente dalle multinazionali per la fornitura dei semi e dei pesticidi associati. […] La riproduzione artificiale è sempre più diffusa anche negli allevamenti animali intensivi […] questi animali riprodotti con procedimenti artificiali, allevati in ambienti artificiali, nutriti con alimenti artificiali e geneticamente modificati, sviluppano malattie, […] assumono comportamenti aberranti (per esempio fenomeni di cannibalismo) […] Le associazioni animaliste, denunciano da decine di anni le condizioni di vita indegne […]. Anche per gli esseri umani si stanno creando gradualmente le condizioni per il passaggio dalla straordinaria biodiversità delle varie razze, legate ai diversi ambienti naturali in cui vivono e si sviluppano le diverse culture e civiltà, all’appiattimento di una razza artificiale ibrida, progettata nei laboratori per rispondere alle esigenze di chi ha il potere decisionale. […] In questo quadro, si inserisce perfettamente la campagna mediatica a sostegno dell’ideologia di genere, che ha lo scopo di giustificare e promuovere la procreazione artificiale, tanto come business di dimensioni colossali quanto come tragica conseguenza della sfrenata corsa al profitto delle multinazionali della chimica del farmaco e delle biotecnologie […] Ma dietro tutto ciò riappare il mostro dell’eugenetica, la selezione genetica dell’umanità finalizzata a “produrre” individui dalle caratteristiche gradite a chi controlla e decide>>. Scenari terrificanti, che parevano relegati ai romanzi di fantascienza. Purtroppo questo genere letterario ha spesso anticipato il nostro futuro.
Enrica Perucchietti – Gianluca Marletta “Unisex, la creazione dell’uomo senza identità”
(Arianna Editore, pp.120, euro 9,80)
Osceola*