VERSO UNA DESTRA NAZIONALE
Dalla manifestazione del 20 novembre al referendum del 4 dicembre
Le settimane che ci attendono saranno decisive.
Innanzitutto la manifestazione di domenica 20 novembre all’Adriano di Roma che vedrà di nuovo in campo Alemanno e Storace.
Fervono i preparativi: manifesti, allestimento, mobilitazione attraverso i social e con il tam tam dei militanti, Il Giornale d’Italia a fare da amplificatore al No a Renzi e un bel Sì al ritorno della grande destra.
A seguire, la data del Referendum del 4 dicembre; l’epilogo della nuova legge elettorale e il dibattito interno alla Lega sul fatto di liberarsi o meno della parola “Nord”; è facilmente comprensibile, insomma, come a febbraio o marzo l’Italia che conosciamo oggi non sarà più la stessa.
A primavera dunque – che poi coinciderà probabilmente con il momento congressuale della grande costituente di destra a cui dovremmo dar vita – il nostro popolo dovrà farsi trovare pronto per le imminenti sfide che ci attenderanno.
E lo faremo dopo aver concluso – in modo capillare – il tesseramento al partito, perché da noi le decisioni verranno prese dal basso e non calate dall’alto.
Ci sarà bisogno, nella nuova Italia, di una destra nazionale che sappia coniugare le esigenze di un mezzogiorno sempre più martoriato tra disoccupazione e continui sbarchi di clandestini, e un nord che da troppo tempo ormai sconta le difficoltà di mandare avanti le aziende a causa di politiche scellerate che gli ultimi governi nazionali hanno adottato, più seguendo gli ordini di Bruxelles che ascoltando la voce sofferente che veniva da professionisti, artigiani e piccoli imprenditori; che non faccia mai più scelte infami come quella di votare la legge Fornero o il Fiscal compact.
Occorrerà, nell’Italia del 2017, dare vita a una forza politica che nel rivendicare la sua storia – fiera e pulita – metta in testa alla propria agenda i valori e non l’alleanza a tutti i costi; un movimento che sappia insegnare, con l’esempio, che giovani e meno giovani possono convivere tranquillamente senza il timore che appena ti volti arriva la coltellata alle spalle; una destra sociale che sappia interpretare al meglio – battendosi anima e corpo – il sentimento diffuso di desolazione che affligge i nostri connazionali più poveri. Dovrà rinascere una destra, autenticamente popolare, che respinga ogni forma di relativismo, che combatta chi vuole imporre una cultura religiosa a noi lontana e anzi aiuti quotidianamente quella chiesa cattolica che spesso rappresenta l’ultima speranza a cui affidarsi nelle zone più difficili del Paese, ove attira più il guadagno facile grazie allo spaccio e alla malavita che un salario portato a casa onestamente e frutto di un duro lavoro.
Di tutto questo ci sarà bisogno a partire dal prossimo 20 novembre, e se saremo tanti ad impugnare nuovamente la bandiera della militanza per riaffermare un’autentica giustizia sociale – vero motivo per cui nascemmo tanti anni fa – allora avremo fatto fino in fondo il nostro dovere, lasciando ad altri la superficialità e la fragilità che è il tratto distintivo di questo tempo moderno il quale, con la stessa rapidità con cui ti dà gloria, potere e carriere, ti sotterra, nel giro di quarantott’ore, appena non servi più.
Anche per evitare tutto ciò abbiamo deciso di avviarci con determinazione verso una grande destra nazionale.
roberto buonasorte